Le due facce dello sci
Antonio Cunico
Lo sci da discesa è uno degli sport più entusiasmanti e belli da praticare. Ti consente di stare tutto il giorno all’aria aperta, di gustare panorami incredibili, di provare l’ebrezza della velocità e il brivido della discesa.
Allo stesso momento è una tipica espressione di una società di consumo di massa e per far si che un numero elevato di persone possano praticare questo sport sono necessari interventi pesanti sulla natura, condizionandola con elementi strutturali per la creazione di impianti di risalita e piste, e costruzione di infrastrutture logistiche per la gestione degli impianti, il ristoro, l’alloggio degli sciatori. Inoltre il numero elevato di automezzi che nei week end transitano nei centri sciistici portano un considerevole aumento dell’inquinamento atmosferico.
Negli ultimi anni poi, per contrastare il fenomeno di riscaldamento antropico del pianeta, sono stati realizzati impianti di innevamento artificiale, che richiedono un elevato utilizzo della risorsa acqua, e che modificano artificialmente il panorama montano.
D’altro canto lo sci rappresenta una risorsa molto importante per chi abita la montagna; trovare un giusto equilibrio fra tutte queste contraddizioni è una impegnativa sfida per il futuro di questo sport.
Qualcosa si sta muovendo in tale senso e in alcune zone sono stati costruiti tapis roulant sotterranei che collegano il paese agli impianti, treni sotterranei che uniscono zone sciistiche diverse, laghi artificiali che si integrano nel paesaggio, fino ad arrivare alla dismissione di alcuni impianti di risalita per mitigare l’impatto con l’ambiente.