Una favola per caso
Cristina Sartorello
C’era una volta una bambina che si recava nel Delta del Po con il padre, direttore provinciale di una associazione cooperativa di pescatori.
Andavano in giro per le valli con una piccola barca a fondo piatto, che passava tra gli stretti canneti e mentre il babbo lavorava, la figlia pescava.
Quando l’imbarcazione si fermava, moltissimi pesci saltavano dentro, continuando a guizzare sul fondo, con le squame argentee illuminate dai raggi del sole. Il pranzo si faceva in un “cason di valle“, regno di zanzare terribili: si mangiava risotto del delta con pesci spinosi, cotto nel vino, oggi improponibile per il retrogusto amarognolo, e non l’ostrica rosa detta la “Perla del Delta"; ma allora era tutto magico!
La bambina, diventata grande, è tornata nel Delta con una associazione naturalistica che collabora con l’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, per la difesa ed il monitoraggio della flora e della fauna ambientale e la conta delle case abusive sugli scanni, costruite con materiali di recupero, che devono essere demolite, in collaborazione con il Corpo Forestale.