I luoghi hanno una memoria?
Cosa farne di questa memoria se questa è tragica, pesante, incancellabile come una cicatrice?
100 anni sono passati dal fine della 1° Guerra Mondiale, ma le tracce di questo periodo restano ancora ben visibili, soprattutto nelle nostre montagne. Trincee, cippi, monumenti ai caduti sono disseminati ovunque, in un territorio dove, dopo cento anni, i nostri figli, i nostri nipoti corrono e giocano inconsapevoli e felici.
Non si giudichi la loro gioia, ma si consideri come nuova vita che rimargina le ferite e che trasforma questi luoghi di guerra in luoghi di pace e felicità.